Un presepe alto tre piani ... per regalare un sorriso ai bambini del Meyer

La straordinaria creazione in una palazzina di Stia grazie alle sapienti mani di Salvatore Ranucci e Stefano Milli

Consuelo Picchi
23/12/2012
Attualità
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Chi ha voglia di respirare a pieni polmoni l’atmosfera natalizia può recarsi a Stia, e regalarsi un momento davvero magico visitando il presepe di Via Petrarca 28/B .
Un appuntamento questo che si rinnova ogni anno, e che puntualmente riempie i visitatori di meraviglia. Si, perché questo presepe è veramente un’opera d’arte che si cela tra le scale di un condominio che per l’occasione si trasformano in “Galleria del Sinai”.Una rappresentazione natalizia veramente unica nel  suo genere che si snoda sulle tre rampe di scale della palazzina stessa. Un lavoro certosino oltre che di grande ingegno, scaturito dalla mente e dalle mani esperte e sapienti di Salvatore Ranucci e Stefano Milli, che ogni anno mettono l’anima per riuscire  ad offrire un presepe con queste caratteristiche, e che, oltre ad essere molto bello da ammirare si prefigge anche una nobile causa: aiutare l’ospedale Meyer, perché si sa, niente è più prezioso del sorriso dei bambini.
“I personaggi sono tutti acquistati a San Gregorio Armano – dice Salvatore – Ogni anno a fine ottobre scendo giù  nel napoletano appositamente per comprarne dei nuovi. Poi, con pazienza, faccio le modifiche ad alcuni per meccanizzarli e rendere il tutto sempre più reale e credibile”
Ed in effetti, c’è da rimanere incantati davanti a ciò che sono riusciti a creare. Lo scenario è riprodotto nei minimi dettagli, ogni personaggio è collocato sulla scena secondo una logica, c’è l’angioletto che muove la culla del bambino Gesù, la lavandaia che lava i panni, la stiratrice che stira, il mendicante che tende la mano, il macellaio che affetta, il dentista all’opera, l’acqua che scorre, e addirittura il maialino in porchetta che gira nel girarrosto. I materiali di cui si compone l’intera opera  sono tutti raccolti sapientemente durante l’anno per poi essere allestiti con maestria a dicembre. Il tutto con l’alternarsi del giorno e della notte e con le voci del mercato, degli animali e delle note natalizie che si avvicendano sulla scena.
“Sono sei anni che facciamo il presepe – dice Stefano – Anche pensarlo durante l’anno  ed assemblarlo a fine novembre per noi è una festa. Dallo scorso anno poi, abbiamo pensato pensato che fosse bello,  chiedere ai visitatori un’offerta da devolvere alla Fondazione Meyer. Il Natale infondo è principalmente dei bambini e ci sembra giusto ricordare e cercare di fare qualcosa anche per quelli meno fortunati che devono lottare ogni giorno con problemi di salute. ”
“Anche i nostri figli sono coinvolti attivamente nella realizzazione del presepe – dice Salvatore – Ci piace tramandare  loro interessi puliti, passioni sane, perché siamo sicuri che ciò li aiuterà ad essere degli adulti migliori.”

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