“Meglio licenziati che in attesa di una proroga della cassa integrazione che non arriva”

Andrea Bertelli, Segretario Fillea Cgil: “il segno della drammaticità della crisi”

12/06/2013
Attualità
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La crisi non cessa di generare drammi personali e situazioni imprevedibili. Dinanzi alle persistenti incertezze sulla proroga della cassa integrazione in deroga, adesso molti lavoratori scelgono la strada del licenziamento prima del termine dell’ammortizzatore sociale. L’ approssimarsi delle scadenze è diventato un incubo. Ogni giorno ad attendere risposte che non arrivano e la rassegnazione che diventa pane quotidiano. E allora si arriva al paradosso che molti lavoratori, pur di avere la certezza di un pagamento, pur di poter dare garanzie certe ai loro creditori, sono costretti a chiedere di essere licenziati per usufruire di ASPI (l'assicurazione sociale che sostituisce l'indennità di disoccupazione) o mobilità per i più fortunati che ne hanno disponibilità. Il miliardo di euro stanziato  a copertura della cassa integrazione in deroga è ancora in attesa di essere assegnato in “quota parte” alle Regioni. E quindi non ci sono pagamenti da molti mesi e i drammi familiari si moltiplicano. Dobbiamo registrare  l'incertezza assoluta che regna nel procedere ai rinnovi dei periodi di cassa integrazione scaduti. Malgrado la tanto decantata attenzione ai problemi urgenti del Paese, malgrado il fatto che all'insediamento del Governo Letta tutti i nostri politici si siamo stracciate le vesti nel garantire “priorità assoluta al lavoro ed alla tutela dei lavoratori”, ancora ad oggi il finanziamento degli ammortizzatori in deroga è solo sulla carta. Un Paese che costringe i propri cittadini ad abbandonare il posto di lavoro per sopravvivere è un paese incivile, un Paese che demolisce scientemente  il proprio tessuto produttivo è una vergogna, un Paese che si riempie la bocca di chiacchiere ,ma che al momento dei fatti latita è indegno di una Democrazia che si possa definire tale. Oggi sembra che le priorità dell'Italia siano altre. Presidenzialismo e legge elettorale sono certamente temi importanti, ma  secondari rispetto alla necessità  di rimettere al centro dell'agenda politica l’occupazione, i lavoratori e le imprese. Ogni minuto che passa è un'occasione persa per dare risposte concrete. Abbiamo bisogno di certezze e non di promesse, non possiamo permettere che la disperazione prenda il sopravvento. E’ necessario agire prima che la situazione diventi irreversibile.

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