La scuola è di nuovo in sciopero. Astensione dal lavoro venerdì, 12 ottobre, con manifestazione regionale a Firenze. Una “catena umana” partirà alle 9,30 da piazza S. Firenze e si snoderà per la vie dei centro fino a raggiungere la Prefettura dove è previsto incontro e dove la delegazione aretina consegnerà una lettera dei precari per i quali è già pronta la lettera di licenziamento.
“Sono molte le ragioni dello sciopero di venerdì – afferma Alessandro Gabbrielli, segretario del sindacato scuola Cgil. In primo luogo rivendichiamo risorse per il nostro settore. Una scuola di qualità ha bisogno di certezze e quindi organico funzionale per garantire laboratori, compresenze, tempo scuola, vigilanza, sicurezza e funzionalità . E poi investimenti in tecnologie, innovazioni e riequipaggiamento; un piano nazionale straordinario per l'edilizia scolastica”.
Centrale è ovviamente il tema dell’occupazione: “le inefficienze del Ministero non si possono scaricare
sui lavoratori precari. Rivendichiamo un piano di stabilizzazioni che dia certezze al personale docente e Ata incluso nelle graduatorie e ribadiamo il no a un concorso inutile e costoso. Vogliamo lo sblocco delle immissioni in ruolo per il personale Ata per l'anno scolastico 2012/2013 e le nomine a tempo determinato per collaboratori, amministrativi e tecnici. Sono operazioni a costo quasi zero per la finanza pubblica”.
Gabbrielli sottolinea poi il problema del contratto: “è fermo al 2009 e deve essere subito rinnovato”
Gli altri temi al centro dello sciopero del 12 ottobre sono il rifiuto della “rottamazione” del personale in esubero, la modifica delle legge sulle pensioni e deroghe per le specificità professionali e di comparto; il ripristino della quota 96 e la possibilità di uscire con 40 anni di anzianità.
Al Prefetto di Firenze verrà consegnata anche la lettera dei precari aretini per i quali è già pronta la lettera di licenziamento e che si sono costituiti in comitato.
“Ci sono storie di donne e di uomini – si legge nella lettera - che dopo anni di sacrifici e di chilometri percorsi in lungo ed in largo per tutta la nostra provincia pur di assolvere al loro lavoro, oggi si vedono raddoppiare la loro precarietà con contratti che, se fino all'anno scorso erano a termine e con date di inizio e di scadenza ben definite, da quest'anno ci troviamo tutti con scadenze fino “all'avente diritto”, tipologia di contratto utilizzata unicamente nel comparto scuola, che significa la possibilità di trovarsi senza un lavoro dalla sera alla mattina, senza un minimo di preavviso”.
“Molte di noi hanno ancora davanti a se mutui per l'acquisto della casa da pagare, oppure per altre ancora che a causa della crisi che sta investendo il nostro paese questo è rimasto l'unico reddito per sfamare o far studiare i propri figli, o ancora madri che ormai rimaste il solo sostento per i loro figli e che non hanno altra possibilità di reddito. Per tutti noi la perdita di questo lavoro sarebbe una vera tragedia”.
“Ci sono infine – si legge nella lettera - gli insegnanti ed i docenti, che con il loro lavoro e la loro cultura hanno istruito ed educato migliaia di alunni, ma che a seguito di una sopraggiunta malattia, riconosciuta e certificata dagli organi competenti dello Stato Italiano, sono stati impediti a svolgere il loro importante compito. Oggi queste persone, con l'applicazione della legge 135/2012, vengono costrette ed in parte umiliate, a ricominciare da capo in altri ruoli non meno gravosi in termini di fatica, come se la loro malattia fosse tutta di un colpo svanita nel nulla”.