Un focus sulle “Opportunità di business in Brasile”. Questa mattina, al Polo della Formazione di Banca Etruria, è tornata a suonare la campanella di Accadetruria. L’accademia di formazione del Gruppo, per il secondo appuntamento del ciclo di convegni sulle “Strategie per l’internazionalizzazione”, ha voluto dare un approfondimento operativo al mondo imprenditoriale dell’aretino, del senese e del perugino.
I relatori che Banca Etruria ha selezionato hanno maturato una lunga esperienza sul campo, curando numerosi progetti finalizzati allo sviluppo delle relazioni economiche tra l’Italia e il Brasile. I presenti hanno così potuto ascoltare la diretta testimonianza di coloro che nel mercato brasiliano hanno trovato ottime opportunità di crescita.
Oltre ai case study di Monnalisa SpA, Take and Care e La Collina Toscana, che hanno raccontato la loro esperienza di espansione nel mercato brasiliano, si sono susseguite le relazioni di tre aziende che offrono servizi utili ad imprenditori intenzionati ad intraprendere un processo di internazionalizzazione: SACE, Simest e Areal (Associazione per le Relazioni Economiche con l’America Latina).
“Siamo convinti che le nostre imprese abbiano le potenzialità necessarie per aggredire anche i mercati dei cosiddetti ‘Paesi Emergenti’, quali appunto il Brasile – ha dichiarato il Direttore Centrale Commerciale di Banca Etruria, Federico Baiocchi Di Silvestri. – Per poter accompagnare le imprese in tutti i mercati abbiamo investito molto, arricchendo di nuovi contenuti la nostra offerta nel comparto estero. Questo ciclo di incontri organizzato dalla neonata struttura formativa di Accadetruria, vuole confermare questa rinnovata opportunità ”.
Dopo la lectio magistralis del prof. Dominik Salvatore sull’analisi delle cause della crisi in corso e delle possibili strategie per il suo superamento – che gli imprenditori presenti hanno potuto apprezzare durante l’evento del 18 giugno – Banca Etruria ha voluto dare un ulteriore segno concreto della sua attenzione alla cultura d’impresa e del suo impegno per quelle aziende che, in uno scenario difficile, vogliono comunque cogliere le opportunità offerte da molti mercati esteri. Esportare il “made in Italy”, anche costruendo presenze stabili sui mercati internazionali, è oggi fondamentale per lo sviluppo e per la stessa sopravvivenza delle imprese italiane che in molti settori sono delle eccellenze, ma rimangono spesso confinate nel mercato domestico.