Alla fine si è convinto anche "Il Palle", uno che con la sua azienda agricola sta a Oliveto come Berlusconi sta a Milano 2: Arezzo Wave ad Albergo s'aveva da fare. Diciamo la verità, all'inizio le perplessità sono state tante, perché chi si doveva spostare dalla città al felicissimo contado lo viveva come un declassamento, mentre chi era abituato al suono del silenzio già si vedeva invaso da orde di rockettari che montavano le loro tende utilizzando i bastoni dei pomodori o che concimavano in modo improprio orti nei quali la cosa era già stata fatta a dovere. Scherzi (ma non tanto) a parte, l'idea di portare un festival che in passato ha avuto rilevanza internazionale, ma che comunque conserva sicuramente quella di un rilievo nazionale, in un piccolo comune, e all'interno di questo in una ancor più piccola comunità, un azzardo, effettivamente, lo era.
Per qualcuno era un capriccio del patron Mauro Valenti che, pur di ronzare attorno a un Comune capoluogo dal quale si sente poco considerato, aveva accettato di imboccare la strada di Civitella, per qualcun altro forse la vittoria di una filosofia del "piccolo è bello" che in tempi di crisi torna sempre di attualità. A mio giudizio, invece, poteva essere, ed è stato, un ritorno alle radici salutare per un festival che, girovagando, aveva perso identità e forse un po' di genuinità e per ritrovarla doveva andare in un posto, la campagna, che genuino lo è per definizione. Per questo alla fine hanno vinto tutti, perché la manifestazione ha veramente ritrovato il suo spirito, e anche qualche innovazione come il doppio palco dal quale ha avuto tutto da guadagnare, senza rinunciare all'ambizione culturale di proporre momenti unici, come il concerto di Fabbriciani, e approfondimenti interessanti, in particolare l'incontro con Tommaso Cerno che meritava una platea più numerosa. Il pubblico ha risposto, e anzi le stesse presenze allo stadio l'anno scorso erano spettrali e nella nuova location hanno rappresentato un colpo d'occhio affascinante. E adesso cosa succederà? Alcune risposte sono venute, anche fra le righe, nella conferenza stampa di fine festival: si è capito che il prossimo anno la manifestazione si sposterà a Perugia, e Valenti parlando di date ha fatto capire quanto la trattativa sia in fase avanzata, ma che forse lo spazio per una seconda edizione di "Albergo Wave" si potrebbe trovare. Resta da vedere se ci saranno gli interlocutori, ma intanto Valenti chiede al Comune di Arezzo il marchio, del quale è comproprietario dai tempi del "Macrì buono", secondo il patron del festival, e che oggi potrebbe considerare un esubero in quelli Icastici del "Macrì cattivo", con una distinzione da film poliziesco americano. Valenti, che ad Albergo ha mosso i primi passi da calciatore nella società guidata dall'anche oggi presidente del circolo Angiolo Del Tongo, ha più volte ricordato che da lì fu venduto al Montevarchi. Se ora, invece, passasse a Perugia, il catalogo delle rivalità (calcistiche) con Arezzo sarebbe completo.