Il settembre ‘rosso’ delle scuole e il disagio degli studenti senza aule e laboratori

Gli studenti: “Vogliamo studiare in tranquillità! Perché nessuno ci aiuta?!”

Francesca De Simone
15/09/2013
Attualità
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In attesa dell’incontro di domani in Provincia sulle sorti delle ‘classi fantasma’, una delegazione degli studenti di quinta del Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo rivelano le problematiche che stanno vivendo, a causa del trambusto sugli spostamenti.
Questi giovani, così volenterosi, preoccupati ed accorati, si trovano a dover gestire una situazione che non si presenta delle più idilliache. Si sentono ‘sfrattati’, ‘non ascoltati’, in balìa delle decisioni ai vertici. E pensare che il loro unico cruccio dovrebbe essere lo studio, anche in previsione degli esami di stato che presto dovranno affrontare.

“Siamo quattro quinte, dell’indirizzo Biologico ed Attività Sociali. Due anni fa avevamo già chiesto in Provincia che la Cadorna ci potesse accogliere per altri due anni, in modo da poter terminare i nostri studi tranquillamente, usufruendo dei laboratori.
A causa della riforma il nostro indirizzo è andato a morire, sul momento sembrava tutto si fosse sistemato. L’anno scorso ci hanno detto che quest’anno non avremmo più avuto lo spazio della Cadorna, ma in sede.”

"Nel sito della scuola fino a l’8 settembre c'era scritto che avevano trovato una sistemazione, il 9 invece ci hanno annunciato che saremmo dovuti andare alla Vasari, in Pescaiola. Dato il nostro rifiuto e soprattutto quello dei nostri genitori, il preside sabato 14 ci ha annunciato di aver trovato una nuova soluzione, ovvero spostarci nella sede del Convitto, dove sono disponibili tre aule. La situazione è migliorata sicuramente rispetto a quella iniziale (perché essa ci recava danno sia a livello economico che di tempo) ma quella nuova è comunque stressante per noi ragazzi, in quanto: ci sono tre aule disponibili e noi siamo quattro classi, non ci sono i laboratori, ed entriamo nell'ambito di una scuola media.”

“Per il problema aule dovremmo fare in pratica a turni: le classi del Sociale (5aas e 5cas) rimangono nella sede del Convitto dal lunedì al venerdì, mentre il sabato devono spostarsi in sede di Via XXV Aprile per poter usufruire dei laboratori che sono assenti al convitto. Le classi del Biologico (5bas e 5das) dovrebbero fare tre giorni a testa nelle due sedi, ad esempio: la 5bas rimane dal lunedì al mercoledì nella sede di Via XXV Aprile dove può usufruire del laboratorio di chimica e biologia mentre la 5das risiede al Convitto, poi dal giovedì al sabato si fa il cambio ovvero la 5bas passa al Convitto e la 5das alla sede centrale. Sicuramente è una soluzione migliore ma non è una situazione normale. Qualcuno è in grado di accorgersene e di aiutarci? Gli psicologi non affermano che la scuola è la seconda Istituzione? Quella che dovrebbe aiutarci nella crescita come una seconda famiglia?!”

“Inoltre vorremmo aggiungere che siamo quattro quinte, cresciute insieme nella succursale della Cadorna, non è affatto bello dividerci così.
La domanda è, perché proprio noi, quattro quinte? Non è la prima volta che ci trattano così… anche alla Cadorna i laboratori sono stati a suo tempo spostati, e sono passati dei mesi prima di potervi accedere. In prima erano in una struttura separata, dove è adesso il Comune. Allo stato attuale, quando potremo noi usufruire nuovamente dei laboratori, dato che sono tutti smontati nel corridoio?!?!
Sappiamo della disponibilità di aule del Fossombroni e della Badia, perché nessuno si mobilita e ci aiuta, in qualche modo?”

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