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Crisi della Croce Bianca di Rigutino, il presidente: "Cerchiamo soluzione equa con dipendenti e sindacato"

Spadafora spiega come le difficoltà vengano dall'impossibilità di coprire i costi fissi. I tagli si sono abbattuti come una mannaia sull'associazione

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La Croce Bianca di Rigutino è nell’occhio del ciclone.
L’associazione, autonoma rispetto alla Croce Bianca di Arezzo dal ’92, svolge servizi di grande utilità sociale e pubblica; allo stato attuale, dispone di otto dipendenti a rischio, inquadrati con regolare contratto Anpas, quattro ambulanze, quattro auto adibite al trasporto, e tre pulmini. Mezzi e persone, più che numeri, che garantiscono i servizi essenziali del 118, l’assistenza medica, i trasferimenti dei pazienti da casa propria all’ospedale e viceversa. C’è poi l’aspetto del volontariato, settore in cui la Croce Bianca affonda le sue profonde radici .

La storia delle Pubbliche Assistenze è densa di peripezie, ed occorre esporre un breve cenno di quello che fu.
Nel 1860 nascono le Associazioni di volontari, organismi liberi e laici, sotto il nome di Pubbliche Assistenze, ispirate alle Società Operaie Mutuo Soccorso (associazioni di autodifesa nel lavoro, attive già dal 1848). All’insegna della fratellanza, i volontari partecipano con l’obiettivo di aiutare de facto qualsiasi essere umano in stato di necessità e di bisogno, senza condizioni ed aspettative, offrendo un aiuto disinteressato.  Durante il periodo fascista, considerata la netta contrapposizione con l’ideologia della dittatura, vennero chiuse con un Regio Decreto (1930) tutte le associazioni prive di riconoscimenti giuridici e la Pubblica Assistenza, che comprendeva in tutta la penisola  la Croce Verde, la Croce Bianca, la Croce D'Oro, la Società di Salvamento, la Fratellanza Militare e Fratellanza Popolare, venne tagliata.

Per intendersi, sono gli anni della grande crisi economica capitalista del ’29 e della politica isolazionista e proibizionista statunitense dell’epoca. Era il periodo della ‘grande depressione’, e nel febbraio dello stesso anno (dopo i colloqui tra Stato e Chiesa 1926/’29), in Italia vengono sottoscritti  i Patti Lateranensi. La disoccupazione, negli USA, contava circa otto milioni di persone (sarà l’avvento del New Deal nel ’33  e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ad assorbire completamente gli inoccupati).

Gli ideali e le azioni della Croce Bianca rappresentavano un’ antitesi al fascismo in quanto associazione portatrice di valori come la solidarietà, la condivisione e l’aiuto naturale verso il prossimo malgrado il fenomeno dilagante di un’epoca tendente alle teorie razziste, riconducibili al concetto di ‘selezione naturale’ applicato alla ‘razza’ umana, un meccanismo tipico delle ideologie totalitarie che hanno sconvolto il XX secolo.

Dopo la guerra e l’eclissi del regime le associazioni di volontari si ricostituiscono, fino a che nel ‘78 uscirà una Federazione Nazionale che confermerà lo statuto nell’87, modificando la denominazione in A.N.P.A.S. (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze ). L’ampio raggio d’azione dell’associazione  nell'ambito della solidarietà internazionale, comprende: il servizio civile, la protezione civile e antincendio, l'emergenza sanitaria del 118, il trasporto sanitario e sociale, la donazione del sangue, la mutualità e l’aggregazione sociale, le adozioni internazionali, all’insegna della promozione della fratellanza e della salvaguardia in difesa degli animali e del Creato.

Oggi assistiamo ad una inesorabile politica di tagli ed intrighi, di riorganizzazioni, anche all’interno di piccole e funzionali realtà, ad uno smantellamento dello Stato Sociale, al misconoscimento di valori umani come altruismo e tolleranza, al prevalere dell’interesse economico e del profitto a tutti i costi. Il Sistema chiede di essere salvato, cui prodest tutta questa decadenza?

Il Presidente della Croce Bianca di Rigutino, Alberto Spadafora, entra subito nel vivo del discorso a seguito dell’assemblea di giovedì 11 aprile.

Cosa è emerso dall’assemblea svoltasi di recente?
“L’assemblea di giovedì scorso convocata dalla Cgil ha registrato una folta rappresentanza dei nostri dipendenti, dei volontari ed un’attiva partecipazione dei cittadini. E’ stata illustrata la situazione di estrema difficoltà della nostra Associazione che deriva da circostanze in parte previste e in gran parte non prevedibili, ovvero gli importanti tagli che la Regione Toscana ha imposto alla nostra realtà e a tutto il sistema di Assistenza sanitaria pubblica.
Ricordo che la stessa Regione ha definito le associazioni come Anpas, Misericordia e Croce Rossa, una ‘parte integrante’ del Sistema sanitario regionale, e come tale, avremmo desiderato essere trattati un pochino meglio. La nuova struttura che segue la legge regionale 70 ha imposto un taglio che nella nostra realtà è pari a circa il 40%. Un taglio generalizzato, in parte motivato per l’eliminazione degli sprechi che ci sono stati in maniera diffusa su tutto il territorio, ma in parte inadeguato, perché non viene tenuto conto di una realtà come la nostra dove la certezza di ricavi e costi deve essere all’evidenza degli amministratori.”

Quali sono le difficoltà oggettive della Croce Bianca di Rigutino?
“La difficoltà deriva dal non poter disporre di ricavi sufficienti a coprire i costi fissi, in grande misura rappresentati dal costo del nostro personale che abbiamo strutturato, qualificato e regolarizzato con contratto nazionale Anpas, che come in tutti i contratti prevede una serie di obbligazioni da parte del datore di lavoro. Il nostro rammarico è che la carenza di liquidità non ci consenta di erogare regolarmente le retribuzioni ai nostri collaboratori. Noi, pur essendo un’associazione di volontariato Onlus, siamo trattati come qualsiasi altra impresa commerciale con fini di lucro. Siamo dal punto di vista normativo, fiscale, retributivo, contributivo, come un’azienda che produce utili. Noi non produciamo utili, saremmo contenti di produrre pareggio! Negli anni, abbiamo invece accumulato delle perdite che derivano dal fatto che il Servizio Sanitario non riconosce quello che è la funzione vera e propria delle nostre prestazioni, corrispondendo puntualmente cifre inadeguate alla qualità ed alla corporeità dei nostri servizi.”

Presidente, quali potrebbero essere gli sviluppi prevedibili?
“Ci stiamo attivando d’intesa con il Sindacato e in accordo con i dipendenti per trovare una soluzione equa e idonea, e superare insieme il momento di estrema difficoltà, nella speranza che al termine di questo percorso non facile –quindi un contratto di solidarietà che chiediamo ai dipendenti di sottoscrivere contemporaneamente alla collaborazione con altre associazioni del territorio aderenti anch’esse all’Anpas-, si arrivi ad avere un ulteriore appoggio di volontari, che nel nostro settore sono importantissimi. Noi, purtroppo, difettiamo di questo importante contributo, considerato che i servizi che siamo chiamati a svolgere necessitano di una presenza ed una partecipazione estremamente qualificata di persone -che non vengano una volta al mese o saltuariamente-, ma che siano disponibili tutti i giorni, o a giorni alterni, per svolgere dei servizi di estrema delicatezza.”

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