E’ un venerdì pomeriggio come tanti, in Valdichiana. Il tepore di primavera si diffonde attraverso i primi timidi ma intensi raggi di sole, regalandoci un’esplosione di colore e profumi ritrovati, e in campagna c’è tanto da fare. Seguendo i consigli di Frate Indovino in questo periodo si concludono le potature degli ulivi, e l’orto si prepara ad accogliere carote, cicoria, prezzemolo, sedano fagiolini, pomodori, zucchine… La signora che ha rilasciato la seguente testimonianza risiede a Rigutino, e suo malgrado è la protagonista indiretta di un furto, avvenuto venerdì scorso. Leggiamo la sua dichiarazione: “Ero andata nel campo ad annaffiare una pianta di finocchio, a cento metri circa dalla casa mia e di mio figlio. Da laggiù potevo vedere l’angolo della strada che porta al nostro piazzale, e vidi una macchina nera che girava. Così smisi di annaffiare e mi incamminai verso di loro, una donna mi venne incontro chiedendo di mio figlio, dicendo che doveva parlarci per lavoro. Nel frattempo che tornavamo verso la casa, parlando -nel giro di cinque minuti-, quando arrivammo nel piazzale, c’erano altre due donne e un uomo, in macchina, fermi. La donna in piedi mi chiese una penna con un pezzo di carta per segnare il numero del cellulare di lei per darlo a mio figlio. Mentre andavo a prendere un foglio, la signora mi venne dietro, e lì già iniziai ad insospettirmi. Le diedi il necessario, spingendola fuori casa mia per segnare sulla tavola del piazzale il numero. A quel punto dopo averlo scritto, mi chiese da bere. Io le dissi -guardi, lì dentro quella stanza c’è una cannella con l’acqua del Comune, prenda quella-. Lei entrò, chiedendomi dove fossero i bicchieri, io da fuori le indicai la direzione. Poi mi chiese una bottiglia vuota per riempirla d’acqua, io le indicai uno dei contenitori schiacciati dentro il sacco della raccolta differenziata. Lei non riuscì a rigonfiarlo, e a quel punto mi chiese una mela, dicendo che era incinta di due mesi… nel frattempo gli altri erano sempre fermi in macchina.”
Dall’accento o dalla cadenza è riuscita a farsi un’idea circa loro provenienza?
“Non saprei, parlavano italiano con un accento misto tra quello del sud e quello dell’est.”
Quanti erano?
“Tre donne ed un uomo.”
E dopo che è successo?
“Fui costretta, discutendo, ad invitarli ad andarsene. Il conducente della macchina mise in moto, e la donna stava ancora lì con me. A quel punto io le dissi – che fai, resti qui? Loro vanno via- e lei mi rispose –eh lo so, vanno via-, poi salì in macchina con la bottiglia vuota in mano, e se ne andarono.
La mattina dopo, la mia nuora, prima di andare al lavoro, va per mettere i suoi gioielli e si accorge che non ci sono più. I ladri, mentre tornavo dal campo, approfittando dell’ombra degli olivi, erano entrati nella casa del mio figlio.”
C’erano le chiavi sulla porta?
“No, la porta era chiusa. Loro l’hanno aperta facendo scattare la serratura con gli strumenti che hanno.
Così il giorno seguente, quando la mia nuora ha detto di non avere più l’oro, mi sono resa conto di quello che è accaduto, ed ho realizzato che ero stata confusa da quella signora del giorno prima.”