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Consiglio comunale, le interrogazioni e gli atti di indirizzo approvati

Dal flop di Skin , al degrado urbano fino al bilancio

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Apertura di seduta dedicata alle interrogazioni e partenza da parte di Gianni Cantaloni: “sabato 8 giugno si è verificata una concomitanza di eventi, da Villa Severi a Piazza Grande, da cene sociali all'apertura stagionale della discoteca Dolce Verde, da 'notti bianche' a Pescaiola a manifestazioni nelle frazioni. Così ci siamo trovati con un concerto di Skin, a 17 euro, sostanzialmente deserto. Quanto è costata questa serata a fronte degli 89 biglietti staccati? Perché è stato scelto il piazzale della Cadorna per lo svolgimento della serata e non il Teatro Tenda, sede a mio avviso molto più adeguata? Chi ha deciso di consentire a una certa ora l'ingresso a tutti? Credo sarebbe opportuno pensare alla figura di un coordinatore di eventi che almeno da maggio a settembre monitori la tempistica e l'articolazione delle manifestazioni cittadine”.

L'assessore alla cultura Pasquale Macrì: “la città necessita di una figura di questo genere perché sta riscoprendo esperienze di divertimento e intrattenimento culturale. Il dj set di Skin era associato a Icastica come lo è il Polifonico. Tutta la parte artistica e la scelta del luogo è stata fatta dalla Fondazione così come sarà per gli altri concerti. Cito i prossimi: il 14 e il 16 luglio, con jazz e musica classica per i quali mi sono fatto parte attiva affinché siano gratuiti. Sulla concomitanza mi sento di dire che quando si prenota un'artista del calibro di Skin si fa con mesi di anticipo e se poi si sovrappongono iniziative di privati nel corso del tempo sono incontrollabili da parte dell'amministrazione”.

Marco Tulli ha chiesto i motivi del “provvedimento 3.067 del 2012 con il quale venivano stanziati circa 20.000 euro per la riqualificazione di un parco alla confluenza tra canale della Chiana e fiume Arno. Somma che veniva elargita a una società privata. È stato portato a termine questo progetto? Vorrei vedere gli allegati, gli studi e capire cos'è stato realizzato”.

Due le interrogazioni di Luigi Scatizzi: la prima sulla “ristrutturazione del palazzo di Fraternita, opera compresa nell'ambito del PIUSS. Progetto ambizioso che dovrebbe portare in uso al Comune parte del palazzo per 50 anni, con un canone di locazione di 126.000 euro.  Esiste un piano per la gestione definitiva dell'immobile che riporti anche la previsione di utili per l'ente locale?”.

La seconda sulla zona Maccagnolo, in particolare “l'ampia area verde prossima al Vingone, pianeggiante e caratterizzata da un'importante vegetazione con piante di ulivo. È diventata luogo di spaccio e di uso di droghe pesanti. Il parco però vede la presenza di scout, residenti e bambini”.

 

Lucio Bianchi: “una serie di note sul decoro pubblico: sono state rimosse pietre dal Corso per posizionare cavi per il cablaggio ricostituendo il lastricato in modo poco ortodosso. Via de Mannini è oramai un bagno pubblico a cielo aperto, senza considerare le scritte con gli spray ovunque. I marciapiedi in Guido Monaco sono un tappeto di gomme da masticare”.

 

Ancora Gianni Cantaloni: “si sono riuniti i soci di Progetto 6, con Aisa, per deliberare la quota di capitale sociale spettante a ciascun componente della nuova società. Aisa ha corrisposto la quota dovuta e se no perché non lo ha fatto e con quali conseguenze?”.

La risposta del sindaco Fanfani è stata articolata e ha fatto un quadro della situazione: “dobbiamo partire da un primo aspetto riguardante le nuove modalità di fatturazione della Tares. Inventarsi, da parte del governo, un tale sistema di riscossione, celante una patrimoniale, crea le condizioni che portano all'aggravamento di una serie di oneri che molti non sono in grado di sopportare. Abbiamo già cittadini che non pagano le bollette Aisa, una percentuale che si aggira intorno all'8%.

Al Comune di Arezzo, a questo punto tenuto a versare quote annuali a Progetto 6, toccherà rivalersi proprio sui cittadini facendo l'esattore per conto terzi, una cosa che non mi piace e che rischierà di comportare l'aumento del costo dei servizi. È vero che questa nuova società, questa holding multi-provinciale, dovrà capitalizzarsi, tuttavia Aisa non ha ancora pagato la sua quota. E mercoledì è in programma l'assemblea della società nella quale chiederò il rinvio di almeno un anno della cessione del suo ramo di azienda per capire bene la situazione patrimoniali di tutti e per avere risposta a una domanda già fatta all'Ato: mi dite quanto aumenteranno le tariffe nei prossimi anni?”.

 

Franco Mazzi: “a primavera e in estate si registra lo stato di abbandono di alcuni terreni presso le aree urbane. Vi crescono le erbacce e diventano rifugio di animali, dalle zanzare ai topi. La loro trascuratezza è anche sgradevole alla vista senza considerare il rischio incendi. Cosa è possibile fare? Non sarebbe opportuno formulare una proposta per una legge regionale che si occupi del problema?”.

 

Roberto Bardelli: “la palestra comunale a Palazzo del Pero versa nel più totale abbandono e degrado. Questo nonostante i 250.000 euro spesi nel 2009 per la copertura, i 140.000 euro del 2011 per la tribuna e altri 17.000 euro nel 2012 per la pavimentazione. Parliamo di una palestra che potrebbe sopperire alla carenza di strutture sportive”.

L'assessore Franco Dringoli ha precisato che “lo stato di abbandono era quello che abbiamo trovato noi e se sono state spese queste risorse significa che l'amministrazione ha voluto il ripristino della struttura. La palestra non è ancora utilizzabile ma i lavori predisposti dal Comune sono conclusi. Poi la circoscrizione nel suo bilancio annuale previde un intervento importante come la tribuna. Anche questa risulta conclusa. In fase finale però la ditta che la realizzava è entrata in fase di fallimento. Le certificazioni di idoneità e di collaudo sono venute a mancare e noi stiamo lavorando in questi mesi di averle”.

Ancora Bardelli: “si è verificato l'arresto dell'esponente di un clan della malavita organizzata che intendeva organizzare lo spaccio di droga. Queste derive criminali interessano sia Arezzo che parte della provincia, i clan approfittano della crisi per prendere campo. Siamo già la terza città in Italia per il riciclaggio denaro sporco. Ci sono state in merito riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica? Sono in vista iniziative e analisi per combattere il fenomeno di concerto con altre amministrazioni e le categorie economiche? E la mia proposta di sportello anti-usura?”.

Infine Bardelli ha rilevato come “siano 6.500.000 gli euro per l'aumento di capitale per Arezzo Fiere e Congressi, una partecipata del Comune che versa in un situazione disastrosa, di cui 2.500.000 proverranno dalla Regione. È disposto il Comune a partecipare a questa operazione? Quali sarebbero le conseguenze a seconda della risposta?”.

Ancora il sindaco a dare un quadro: “Arezzo Fiere e Congressi deliberò a suo tempo un aumento di capitale per fare fronte a una serie di necessità economico-finanziarie: dai debiti verso le imprese e i professionisti al completamento delle opere per il parcheggio. Su questo complesso è stato investito molto denaro pubblico, lasciarlo incompleto sarebbe un errore. Dato che si è costituito un importante patrimonio immobiliare grazie ai soldi dei cittadini, credo, assieme alla Regione, che la decisione migliore da proporre sia la divisione dell'azienda in due parti, una appunto immobiliare e una gestionale. La parte gestionale sarà un problema spettante alle categorie economiche. D'altra parte si parla di eventi fondamentali per il nostro territorio, per cui è importante raffinare la gestione della spesa e aguzzare l'ingegno imprenditoriale. E questo è un diritto e un dovere del mondo economico. Ora, come si finanzia l'aumento di capitale? La Regione Toscana ha stanziato la cifra citata, il Comune cederà il terreno del campo scuola per il parcheggio, poi c'è un impegno triennale della Camera di Commercio, dopo di che, ribadisco, è irrinunciabile per questa amministrazione procedere alla separazione”.

 

Marco Tulli ha poi presentato una serie di interrogazioni sul bilancio, “l'atto più importante. Per tutta una serie di capitoli chiedo di sapere, almeno due giorni prima dell'ultimo utile alla presentazione degli emendamenti, l'esatto ammontare degli stanziamenti e le variazione rispetto all'anno  precedente. Lo chiedo in merito alle politiche sociali, dagli incarichi professionali all'assistenza e beneficenza alla persona. Ma anche per tutta una serie di voci relative agli acquisti, allo sport, alla assistenza e al trasporto scolastici, alle prestazioni di servizio, all'utilizzo di beni, all'acquisizione di beni mobili e immobili. Il principio cardine è: noi consiglieri dobbiamo essere messi in grado effettivamente di esercitare la funzione di controllo”.

ATTI DI INDIRIZZO APPROVATI

Simonetta Ghezzi ha illustrato un atto di indirizzo relativo alla legge che prevede che nell'ambito dei licei scientifici possa essere istituito un liceo  sportivo. Uno solo per provincia. L'attivazione dei primi corsi per questi nuovi istituti è prevista per l'anno scolastico 2014/2015. Il dirigente scolastico del liceo aretino “Francesco Redi” ha presentato la candidatura alla provincia e questa esprimerà il suo parere. Chiediamo, io e altri consiglieri, che sindaco e assessore allo sport appoggino con forza tale candidatura. Arezzo è capoluogo di provincia, è naturale diventi sede di questo corso che potrebbe 'interagire' con altre strutture. Ad Arezzo ci sono una vivace scuola arbitri, l'Informagiovani, sorgerà la nuova struttura del Campo Scuola, che sarà pronta in concomitanza del 2014/2015. Soprattutto scegliere Arezzo piuttosto che altre sedi in singole vallate significherebbe non penalizzare alcun territorio della provincia”.

L'assessore allo sport Francesco Romizi ha sottolineato come le aule “sarebbero al Centro di documentazione di Via Garibaldi presso Piazza San Giusto mentre non vedo ragioni di realizzare un liceo in Valdarno visto che già ne sorgerà un altro a Firenze”.

L'atto è stati approvato all'unanimità dai 24 consiglieri presenti.

 

Daniele Farsetti ha illustrato il suo atto di indirizzo “presentato il 31 gennaio. Non posso che rammaricarmi per la lentezza nell'esame. Il primo aspetto che rileviamo è l'utilizzo dell'Isee per identificare i criteri per il pagamento delle rette: 29 sono gli scaglioni a oggi, separati magari da pochissimo, anche un centinaio di euro. Dunque, se anche vogliamo mantenere  una certa quantità di scaglioni, riduciamoli in parte e rimoduliamoli verso l'alto, aumentando la soglia massima a 70.000 euro. Un reddito Isee di 70.000 euro equivale davvero a un reddito effettivo da benestanti.

Ed ecco il secondo aspetto: le tariffe sono modulate non sulle fasce di reddito ma concepite in modo tale che i 2/3 delle stesse siano fondamentalmente a carico della collettività. Il concetto ci sembra ingiusto. Noi proponiamo questa ratio: riportiamo un maggiore equità fiscale per le tariffe proposte dal Comune di Arezzo in questo ambito di servizi. Chi ha reddito Isee di 70.000 euro potrebbe pagare il 100% della retta. Tra 60 e 70.000 euro potrebbe pagare l'80% della retta. Sotto i 60.000 potremmo pensare a una generale ricalibrazione e sotto i 30.000 non prevedere aumenti.

Operazione che andrebbe compiuta di pari passo con la valorizzazione del patrimonio scolastico del Comune di Arezzo e con controlli sulle autocertificazioni Isee”.

L'assessore alle politiche scolastiche Barbara Bennati ha ricordato che “il discorso dell'Isee va approfondito. La Regione Toscana ha messo ad esempio vincoli importanti ma alcuni enti locali hanno fatto esperienze interessanti. Alla luce del lavoro portato avanti dagli uffici e dell'atto di indirizzo di Farsetti propongo di riunire una commissione unica scuola e bilancio per esaminare tutte le opzioni possibili da mettere in atto. Sui controlli posso dire che la PM sta già esercitando un bel controllo per rimediare a situazioni di evasione e iniquità”.

Analoga posizione dell'assessore, su un'esame tecnico approfondito, in un quadro di condivisione dei contenuti dell'atto, ha espresso Matteo Bracciali, che ha rilevato l'impossibilità di dare un voto favorevole senza un quadro chiaro sui numeri. “Il Pd se si votasse così si asterrebbe”. Luigi Scatizzi ha rilevato che “chi ha maggiori disponibilità deve contribuire di più rispetto a chi ha meno. Inoltre non vedo problemi ad approvare l'atto oggi e poi proseguire il lavoro in vista del bilancio nelle sedi deputate. E auspico un voto favorevole, come dato politico”. Anche per Marco Tulli “votare ora significa dare un indirizzo. Mi sembra una cosa semplice, cos'è astenersi se non un voto contrario?”.

Mentre per Gianni Mori “l'atto è sottoscrivibile, votabile e m'ispira una proposta per accelerare i tempi: troviamoci martedì per questa commissione congiunta e vedere insieme quale lavoro possiamo condurre”. Roberto Barone: “discutere una proposta del genere prima del bilancio, quando cioè ogni nostra idea viene blindata, è occasione più unica che rara”. Gianni Cantaloni “è un punto di partenza su un aspetto importante e sarebbe stato bene votarlo a gennaio o subito dopo la sua presentazione. Rimandarlo e ricominciare da capo sarebbe di difficile comprensione. E il Pdl voterà a favore”. Voto contrario è stato annunciato da Pilade Nofri “per rispetto verso la giunta e contro ogni forzatura”.

L'atto di indirizzo è stato respinto: 9 i voti favorevoli, 2 i contrari e 13 gli astenuti.

 

Rossella Peruzzi ha presentato un atto di indirizzo contro la contraffazione nella moda. “Una piaga che si traduce in costi legali per il contrasto del fenomeno, in calo degli utili, nello sfruttamento della mano d'opera, nel calo dell'occupazione e in rischi per la salute dei consumatori. Si parla di un giro di affari pari a 7 miliardi di euro, l'Italia detiene la triste leadership nella contraffazione, senza considerare il lavoro sommerso. Il problema è del paese nel suo complesso, non di un singolo territorio o comparto, dunque delle istituzioni, genera concorrenza scorretta e penalizza ogni impresa che vorrebbe puntare sull'innovazione. Il made in Italy va difeso e con questo atto intendo impegnare sindaco e giunta a ogni azione utile per contrastare il fenomeno creando un tavolo permanennte con ogni ente e associazione di categoria a cui una copia di questa delibera chiedo venga trasmessa”.

Gianni Cantaloni ha ricordato che “la crisi della Giole e della Lebole è cominciata dall'inizio di questo fenomeno. Condividere la tutela del made in Italy vuol dire difendere e valorizzare la nostra economia”.

Pilade Nofri: “la proposta di Rossella Peruzzi deve avere un seguito e non essere limitata alla sola approvazione di questo Consiglio. Alle imprese del territorio dobbiamo garantire di lavoro in modo diverso e più dignitoso. Quindi un tavolo di concertazione con Camera di commercio e categorie economiche che sia il preludio ad una strategia condivisa”

Luigi Scatizzi: “il documento di Peruzzi va portato all'esame dei nostri parlamentari. Localmente vanno intensificati i controlli nelle imprese e nelle località dove si produce fuori norma.

Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha ringraziato la consigliera Peruzzi: “il problema è molto più grave di quello che pensiamo. Deve essere contrastata l'illegalità che compromette il made in Italy e poi sostenute le imprese che caratterizzano il nostro sistema produttivo. L'Amministrazione comunale non può sostenere direttamente il sistema economico: questo è compito, in modo particolare, della Camera di Commercio”.

L'atto d'indirizzo è stato approvato all'unanimità con 23 voti a favore.

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