Sono tre le denunce per il reato di pericolo di disastro ferroviario scattate nell'ambito dell'interruzione della linea ferroviaria Arezzo Stia, lo scorso maggio, a causa di un cedimento. Si sono infatti concluse le indagini, condotte dalla Forestale e dalla Polfer di Arezzo, e coordinate dal pm Marco Dioni. La mattina del 13 maggio il macchinista del treno che sarebbe dovuto partire da Stia, con a bordo studenti e pendolari, fermò il convoglio avendo constatato, nel viaggio di andata, che i binari, nei pressi della Stazione di Pratovecchio, presentavano un pericoloso cedimento. Il punto era in corrispondenza di un cantiere nel quale si stava lavorando per la demolizione delle vecchie tribune dello stadio. Le indagini hanno portato alla denuncia dell'esecutore materiale dei lavori che hanno provocato l'instabilità del tratto ferroviario, della Pro Loco di Pratovecchio, committente dei lavori, e del direttore dei lavori, indagati dal Pm Dioni per il reato di pericolo di disastro ferroviario previsto dall'art. 45 del codice penale. La svolta è arrivata a due mesi dall'accaduto e con il servizio tornato regolare da lunedì. Inoltre, gli uomini della Forestale hanno scoperto che la ditta impiegata nell'intervento aveva smaltito i calcinacci ed i residui delle tribune, invece che in un deposito auorizzato, in terreni nei pressi di Pratovecchio. Aree che sono state poste sotto sequestro ed il titolare raggiunto da altre denunce per gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi e per alcuni abusi edilizi rilevati nella sua proprietà .