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Arezzo leader dell’Agricoltura sociale in Toscana

Le domande sono gestite in partenariato con il patronato Epaca Coldiretti

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Arezzo leader toscana dell’agricoltura sociale. Lo dicono gli esiti del Bando sull'Agricoltura Sociale della Regione, dal quale risultano approvate, ad Arezzo, 30 domande per un totale di 69 inserimenti di persone disabili o svantaggiate a fronte di un contributo complessivo già stanziato di 377.670 euro. Di queste 22 domande sono gestite in partenariato con il patronato Epaca Coldiretti.
“Per questo – spiega Daniele Vigni, responsabile Epaca Arezzo - abbiamo attivato uno sportello dedicato all’agricoltura sociale dove imprese agricole, associazioni, cooperative, ASL, Servizi Sociali e chiunque sia interessato attivare o collaborare in attività di agricoltura sociale può rivolgersi per informazioni e assistenza”. Altro aspetto importante dello sportello sull’agricoltura sociale del patronato Epaca “la messa in rete di tutti i percorsi di agricoltura sociale presenti nel territorio”.
Questi dati e queste informazioni sono stati forniti presso l'Azienda Agricola Buccelletti Vivai, in Loc. Santa Cristina,  durate la recente conferenza sull'agricoltura ed il sociale dello scorso 5 settembre, che ha visto la presenza, tra gli altri, di Andrea Cutini, assessore all'agricoltura della provincia di Arezzo, del sindaco di Cortona Andrea Vignini, del direttore di Coldiretti Arezzo Giampiero Marotta, del responsabile Patronato Epaca di Arezzo, Daniele Vigni, del prof. Roberto Borghesi Responsabile Unità Operativa Salute Mentale Servizi Sociali Val di Chiana,  della Presidente di “Ragazzi Speciali onlus” Sara Rapini e della presidente di “Associazione Insieme” Marianna Fabozzi.
“L’agricoltura sociale – ha spiegato il direttore di Coldiretti Arezzo, Giampiero Marotta - è una nuova pratica che attraverso iniziative promosse in ambito agricolo e alimentare da aziende agricole ma anche cooperative sociali, intende favorire il reinserimento terapeutico di soggetti svantaggiati nella comunità e al contempo produrre sana agricoltura”.
Si tratta, in sintesi, di un vero e proprio strumento operativo attraverso il quale i governi regionali e locali – in maniera diretta o attraverso associazioni preposte – possono applicare le politiche del welfare in ambito territoriale, coinvolgendo una pluralità di soggetti giuridici, enti, aziende agricole e cittadini
“Ma l’agricoltura sociale  - spiega a sua volta il presidente di Coldiretti Arezzo e Toscana, Tulio Marcelli - è un anche uno strumento di riappropriazione dell’individuo del proprio ruolo in società da un punto di vista umano e professionale, visto che una delle finalità è favorire il reinserimento nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione delle tecniche e le pratiche agricole e per questo è opportuno che le istituzioni colgano l’effettivo potenziale dell’agricoltura sociale e lo valorizzassero adeguatamente, sia per affermare una politica agricola innovativa, sia per sostenere lo sviluppo di politiche di welfare mirate ed efficaci”.
Da ricordare che  l’Unione Europea definisce l’agricoltura sociale come “nesso fondamentale tra agricoltura sostenibile, sicurezza alimentare, equilibrio territoriale, conservazione del paesaggio e dell’ambiente, nonché garanzia dell’approvvigionamento alimentare” e ne ribadisce lo status di soggetto privilegiato per le politiche di welfare dei suoi stati membri.

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