Sulla situazione sicurezza interviene anche Lejdi Dervishi Coordinatore Provinciale del Movimento Megafono Toscano con una lunga nota: "Gli ultimi episodi di cronaca avvenuti in Piazza Guido Monaco impongono una riflessione: forse le differenze geosocioantropologiche che esistono tra italiani e (alcuni) stranieri non permettono a questi ultimi di percepire appieno il significato della legge, della giustizia e il rispetto delle regole. Ma (alcuni) italiani, percepiscono appieno il significato della legge, della giustizia e il rispetto delle regole?
I malviventi italiani, come quelli stranieri, tendono a ridicolizzare le leggi italiane; ritengono di poter compiere reati, certi della tenuità della pena, circostanza che li autorizza alla reiterazione del reato. Insomma, sembrerebbe che, chi delinque o uccide qualcuno (per esempio, dopo essersi messo alla guida dell’auto ubriaco), più che le aggravanti, percepisca le scriminanti, nella convinzione d’immunità o della mancanza di una restrizione, vera e propria, della libertà personale.
Tornando alla nostra città, in Piazza Guido Monaco, molti, italiani e no, siedono sulle scale che sorreggono la statua, incuranti del divieto, posto sul prato, di non calpestare l’aiuola. Forse si dovrebbe partire dalla percezione che ha questa gente del significato di divieto e d’intervento dello Stato per il rispetto della norma. Insomma, se si cominciasse a fare multe per non aver ottemperato a un divieto, multe da pagare seduta stante, probabilmente si comincerebbe a ripristinare l’ordine costituito. E se il contravventore non avesse denaro per pagare immediatamente, si potrebbe trovare un metodo affinché la stessa venga addebitata, per esempio, sulla bolletta dell’AISA.
La proposta di Confcommercio (“Salviamola con eventi e iniziative”) è interessante ma i problemi rimarrebbero. Durante gli eventi, le persone che hanno reso la piazza com’è, si sposterebbero da qualche altra parte della città per poi, a iniziative concluse, tornare a impadronirsi della piazza.
E a poco servirebbe la presenza assidua “per qualche giorno” di qualche pattuglia delle forze dell’ordine. La gente non ha l’anello al naso, reputerebbe ciò solo una forma pubblicitaria d’intervento per sopire gli animi.
Se si vuole tentare di risolvere le problematiche legate al degrado di Piazza Guido Monaco, e ancor più ai problemi della criminalità in tutte le sue disfunzioni, bisognerebbe semplicemente che lo Stato, e non la criminalità, si riappropri del controllo del territorio, applicando la legge e, soprattutto, assicurandosi che la pena, sia certa, senza sconti, senza se e senza ma.
Altrimenti, dalle aiuole calpestate, più su, fino a cose ben più gravi, il messaggio che passa è: si può fare.
Senza risolutezza si soccomberà all’arroganza di chi, come dice una famosa canzone, vuole vivere una vita spericolata. Facciamo tesoro della storia.
Forse, più che un problema locale e/o generale, il problema è politico, perché si dovrebbe avere il coraggio di applicare la legge esistente, in forma più restrittiva e senza lungaggini burocratiche".