Partecipa a Arezzo Oggi

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

“Chitignano non troverà giovamento dalla costruzione di una centrale a biomasse”

La parola al professor Federico Valerio, chimico ricercatore che fornisce i dati sulle possibili emissioni

a cura della Redazione
Condividi su:

“Chitignano non troverà giovamento dalla costruzione di una centrale a biomasse”.A dirlo è il professor Federico Valerio, chimico ricercatore che nei giorni scorsi era stato interpellato proprio dal Comitato che si è costituito nel paese casentinese contro la costruzione dell’impianto. Quali


sono le ragioni che portano il tecnico ad esprimere un parere sfavorevole alla realizzazione della centrale? “Nella struttura verrà riscaldato, ad alte temperature ed in carenza di ossigeno, cippato di legno, che produrrà gas a base di ossido di carbonio e metano, al fine di alimentare motori di grande potenza. Le particelle, risultato dalla combustione, vengono purificate ma poi sono espulse in atmosfera” spiega lo stesso Valerio per rendere l’idea, almeno a grandi linee, del funzionamento di una centrale a biomasse. Quindi, in merito all’impianto che dovrebbe essere costruito a Chitignano fornisce dei numeri “In base ai volumi della centrale in questione posso dire che emanerà annualmente 6 tonnellate di ossido di azoto, 6 di ossido di carbonio e 4 di ossido di zolfo, oltre a 300 chili di polveri fini ed ultrafini. Quantità che rispettano i limiti di legge anche se – ci tengo a sottolineare – si tratta di limiti tecnologici, infatti per le polveri sottili, dal punto di vista sanitario, non ci sono limiti. E non dimentichiamo che l’impianto verrebbe costruito a 400 metri da una centralina Arpat che rileva la qualità dell’aria, i cui risultati dicono che a Chitignano c’è quella migliore della Toscana”. A questo punto, in base a quanto spiegato dal professor Valerio, viene da chiedersi se possa esserci una soluzione alternativa? “I motori della centrale di Chitignano, che avrà una potenza pari a poco meno di 1 Megawatt, utilizzeranno solo il 15 % del calore che verrà prodotto, l’altro sarà buttato nell’atmosfera. Quindi sarà utilizzata solo l’energia elettrica, che poi verrà venduta. Ma se venisse sfruttato anche quella scartata potrebbe permettere di spegnere diverse caldaie ed eliminare quindi quest’ultimo inquinamento, compensando quello prodotto dalla centrale. Ad esempio in Emilia Romagna le centrali vengono autorizzate solo se vengono soppressi altri impianti già esistenti. Perchè – conclude Valerio – le biomasse sono comunque una fonte di inquinamento e dove c’è una qualità dell’aria ottima come quella di Chitignano la legge impone che debba essere mantenuta”.

Condividi su:

Seguici su Facebook