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"Casa Biagi. Una storia familiare" tra emozioni e sorrisi Bice e Carla Biagi incantano Arezzo

Le figlie del grande giornalista al Giardino delle Idee hanno raccontato il professionista, il padre, il nonno

a cura della Redazione
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"Tutto iniziò con un tè danzante, una domenica di guerra del 1940". Già dall'attacco si capisce che la storia che si snoderà tra le pagine sarà interessante e ricca di emozioni. Perchè la storia è quella di Enzo Biagi e della sua famiglia. Ed raccontarla sono proprio le amate figlie del grande giornalista, Carla e Bice. Due belle signore, cariche di entusiasmo, che con tono pacato, tipico dei Biagi, al "Giardino delle Idee" hanno raccontato quel padre rigido per molti aspetti ma che le ha ricoperte di affetto. E l'hanno raccontato attraverso episodi legati alla vita quotidiana ed inevitabilemente connesse all'amore per il giornalismo. "Perchè papà viveva per il suo lavoro". Ma anche per la sua famiglia. Per l'amatissima moglie Lucia conosciuta e sposata quando con supponenza si presentava come redattore del "Resto del Carlino" e sosteneva che non si sarebbe mai legato per sempre ad una donna. Ma questo è solo l'inizio di un amarcord che racconta una famiglia agiata ma con rigidi principi. "I nostri genitori ci hanno insegnato a meritarci le cose, ci hanno insegnato che non è tutto dovuto". Tutto il libro è accompagnato dalla musica, da oltre mezzo secolo di brani italiani: "Perchè i nostri genitori amavano cantare ed erano anche molto bravi. In auto, nei viaggi, lo facevano sempre".
"Papà amava la Russia ed in generale i Paesi freddi, forse anche perchè era bianco come una parete e si nascondeva dal sole" hanno poi ricordato con emozione. Tanti i sorrisi e gli applausi dei numerosi presenti in sala al racconto del brutto carattere e delle originali fissazioni che Biagi aveva, sul lavoro e nella vita di tutti i giorni.

In "Casa Biagi. Una storia familiare" c'è un susseguirsi di vicende che attraversano e raccontano non solo la famiglia Biagi ma la storia del nostro Paese. Fino all'ultimo periodo segnato dalla sofferenza per il Biagi giornalista profondamente ferito dal cosiddetto "Editto Bulgaro" e dalla perdita della figlia Anna, una perdita che il grande Enzo non ha mai accettato perchè "innaturale". Ma anche segnato dai racconti, sempre più insistenti, dell'esperienza da partigiano e dall'amore viscerale per i nipoti. Ricorda Bice: "Mia figlia aveva paura del lupo di Cappuccetto Rosso e così papà l'aveva cambiata, nella sua storia era la nonna a mangiare il lupo. - ed ancora - A casa sua i bimbi non dovevano essere rimproverati. Quando eravamo piccole non potevamo neppure camminare quando lavorava, ai suoi nipoti lasciava fare tutto. Voleva che lo ricordassero, e così è stato".
Tra emozioni e ricordi è un libro che merita di essere letto, se non altro per rendere omaggio ad uno tra i più grandi, se non il più grande giornalista italiano.

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