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Mugnai, sul piano sanitario avevamo ragione

Il Collegio di garanzia ne ravvisa l'illegittimità

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Un uso del potere emendativo «deprecabile e censurabile» che rischia di essere «contrario alla buona tecnica legislativa», «illegittimità degli atti della Giunta» e «violazione delle prerogative del Consiglio e dei suoi singoli componenti, in particolare delle minoranze»: eccole qui, le conclusioni (in allegato il documento integrale) cui è giunto il Collegio di garanzia statutaria del Consiglio regionale nel valutare procedure e merito del Piano sociosanitario integrato regionale (Pssir) licenziato da una giunta-lampo con sordina inserita in un tardo venerdì pomeriggio dello scorso febbraio. Il 7 febbraio, per la precisione.

A darne notizia è il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI) che ha preso l’iniziativa di attivare l’organo di garanzia dell’assemblea legislativa toscana: «Abbiamo avuto ragione – commenta Mugnai – ma questo non ci reca gran soddisfazione visto che a rimetterci sono i toscani, privi ormai da quasi quattro anni dell’atto che governa il settore economicamente più pesante per i bilanci regionali, e anche quello più sensibile perché impatta direttamente nella vita dei cittadini».

E ora? Mugnai accoglie la sfida lanciata oggi dalla vicepresidente della Regione Stefania Saccardi a migliorarlo: «Se veramente, come oggi dichiarato dalla vicepresidente Saccardi, da parte della giunta esiste la volontà seria di migliorare questo atto del tutto insufficiente, oltre che “illegittimo” e “deprecabile”, da parte nostra c’è tutta la disponibilità a contribuire con spirito costruttivo a una riscrittura e a farlo anche in tempi brevi. Peggiorarlo, del resto, sarebbe difficile. Riscriviamolo. Magari intanto la Vicepresidente Saccardi potrebbe iniziare col mettersi d’accordo con il Presidente Rossi e con l’assessore Marroni che il piano l’hanno voluto così com’è, ignorando anche i suggerimenti di metodo, oltre che di merito, che venivano dalle opposizioni e da esponenti di maggioranza; e poi ne parliamo».

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