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Inaugurata la mostra a Casa Vasari, tra le carte dell'Archivio un viaggio attraverso la memoria

Presenti oggi sia i fratelli Festari, eredi dei preziosi documenti, che la Soprintendenza

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Insieme oggi come alla presentazione. Tra i fratelli Festari e la soprintendenza sembra ormai pace fatta. Ed a guadagnarci sono sicuramente i visitatori che da oggi possono visitare la mostra allestita a Casa Vasari ed ammirare le preziose carte dell'Archivio, negli ultimi tempi purtroppo note più per le battaglie legali che per il loro inestimabile valore. Ma, come si dice panta rei, e fortunatamente è passata anche la burrasca sopra a questo "tesoro". Così oggi alle 17 è stata inaugurata la mostra "Giorgio Vasari, la casa, le carte, il teatro della memoria”, che prende lo stesso nome del convegno tenutosi in occasione del V centenario Vasariano. La rassegna è stata allestita dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Arezzo, e la Soprintendenza Archivistica per la Toscana. L'appuntamento con questa straordinatria opportunità è fino al prossimo 5 agosto.

Lo scopo di questa piccola ma preziosa esposizione è di presentare al pubblico la peculiarità della casa aretina di Giorgio Vasari: un esempio forse unico, per il complesso di testimonianze che riunisce, nel panorama europeo delle case d'artista. "Murata" da Vasari stesso - che l'aveva acquistata nel 1540, quando era appena "principiata"- e da lui decorata negli anni che vanno dal 1542 a dopo il 1568, la casa di Borgo S.Vito (oggi via XX Settembre) costituisce il fulcro di una "macchina della memoria" che Vasari mise progressivamente e consapevolmente a punto per costruire l'immagine di sé da tramandare ai posteri.

La casa è dunque un testo, un documento, un insieme di riferimenti e di immagini rivelatrici del carattere e della storia del suo “estensore-produttore”. Essa ne testimonia le aspirazioni, i valori, le idee, analogamente a quanto fanno i suoi scritti e le carte del suo archivio privato, che Vasari consapevolmente conserva ed utilizza come ingranaggi essenziali della sua “macchina della memoria”, così da inscrivere se stesso nel novero degli intellettuali e degli artisti più prestigiosi della sua epoca.
E come anticipato mostra costituisce l’occasione per mostrare al pubblico alcuni degli importanti documenti dell’Archivio familiare dei Vasari conservato presso la Casa-Museo. Prendendo le mosse dal tema, centrale in Vasari, dell’importanza della scrittura che sola può salvare la memoria degli uomini illustri dalla “voracità del tempo”, vengono esposti alcuni documenti che testimoniano i rapporti dell’artista aretino con letterati come Annibal Caro, Paolo Giovio e Pietro Aretino. Seguono una scelta di documenti che testimoniano del legame privilegiato di Vasari con il duca Cosimo I che, dal 1554, fu il suo principale committente. Il percorso si chiude con le due edizioni delle “Vite”, e in particolare con le pagine dedicate a Michelangelo e alla propria autobiografia, che suggella una vita straordinaria, consapevolmente dedicata a “lasciar fama e dilettar l’ingegno”.

Nella mostra sono esposti anche alcuni documenti provenienti dall’Archivio di Stato di Firenze, tra cui il testamento olografo di Vasari, presentato per la prima volta al grande pubblico, con il quale Vasari cerca di assicurare la sopravvivenza e la trasmissione ai posteri della memoria di sé e della sua famiglia.

 

 

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