Partecipa a Arezzo Oggi

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Capitolo II

Verso il tunnel ... forse

Condividi su:

“Venti! Venti! Venti!”. E’ il grido di esultanza di Mauro e Giacomo. “C’è scritto che con 20 euro mangi quanto vuoi, ma non è vero! Noi abbiamo preso tutte e venti le portate contemplate dal menù, ma saremmo anche riusciti ad andare avanti”. Orgogliosi e noncuranti delle facce sconvolte degli altri clienti del ristorante giapponese, i due amici cominciano a leggere ad alta voce il foglio delle loro ordinazioni: “Tre insalate con misto mare, quattro involtini di gambero, due ura maki con granchio, sette sashimi di salmone, cinque spiedini di misto mare, otto...”. “Basta! Non lo vedete che ci guardano tutti? – li interrompe Roberta – Siamo venuti a cena qua per parlare dell’esplorazione di quel tunnel schifoso, o per ingozzarci come maiali e fare figure di merda con la gente?”. “Ecco, appunto, parliamone – interviene Carolina – Io ancora non è che sia tanto convinta di questa faccenda. L’idea di andare là sotto mi fa un po’ schifo. Guardando questi piatti pieni di pesce crudo, poi, mi viene da vomitare. Chissà che animalacci ci sono...”. “Mina, ne abbiamo già parlato – gli risponde Alessandro con fare paterno – Andremo là sotto attrezzati in modo da non sporcarci con le schifezze che troveremo, vero ragazzi?”. “Ho già in mente un paio di cose per l’equipaggiamento – risponde orgoglioso Mauro, attaccando un ‘disco’ preparato a tavolino – Tutti abbiamo conservato il casco che usavamo quando andavamo a scuola in motorino, giusto?”. “Sbagliato, amore – gli risponde al volo Roberta – A me hanno rubato il motorino con dentro il casco un paio di anni fa, te l’ho raccontato mille volte”. “No problem, ciccia – replica Mauro – Ne ho ‘un secchio’ a casa di quei caschi. Il problema, piuttosto, è un altro. Ci servono gli stivali da pescatore, quelli che arrivano fino a sopra l’ombelico. Sarebbe perfetto andare con quelli, così siamo sicuri che non ci smerdiamo...”. “Il mì babbo ce l’ha – spunta fuori Giacomo, biascicando con la bocca piena di pesce – Non penso di avere difficoltà a fregarglieli per un giorno. E’ che ad  andare a comprarli, dico per voi, sono piuttosto costosi, per quel che ne so”. “Mamma mia, che bestia che sei – lo sgrida Carolina – Cerca di buttare giù il boccone almeno prima di parlare, cazzo. Comunque, a proposito di soldi, sentiamo un po’ quanto ci costa questa cena, che i 20 euro del menù fisso sono ‘bevande escluse’ e di vino ne abbiamo preso parecchio...”. Alessandro si alza e va verso il bancone, facendo un cenno per attirare l’attenzione di un cameriere asiatico. “Sì, è vero, gli stivali costano – spiega Mauro – Sono andato a sentire in un paio di ‘caccia e pesca’ e a meno di 50-70 euro non si trovano”. “Te sei matto – lo interrompe Carolina – Figurati se spendo quella cifra per  degli stivali che metterò solo una volta”. “A parte che mi sembra che quando hai avuto il matrimonio della tua sorella hai speso tipo 500 euro per un vestito che non ti ho mai rivisto addosso”, gli risponde Mauro. “Che cazzo c’entra Meu? – si scaglia Carolina – Una cosa è un matrimonio, della mia sorella tra l’altro, un’altra è una stronzata come l’esplorazione di un tunnel schifoso”. “Fammi finire, Mina – replia Mauro – A parte che quello che hai appena detto secondo me è opinabile, ho studiato una soluzione. Visti i prezzi al caccia e pesca, ho fatto un salto su Ebay e ho cercato ‘stivali da pesca’. C’è un tizio in Inghilterra che li vende a 20 euro al paio e se ne ordini più di tre paia non paghi nemmeno le spese di spedizione...”.  “Trenta a testa, maremma cara”, Alessandro butta lo scontrino sul tavolo con la faccia tra il deluso e l’alterato. “Ecco, vedete? – incalza Mauro – Ci costano meno gli stivali di una cena del cazzo”. “Vaffanculo!”, gli rispondono in coro.

Condividi su:

Seguici su Facebook