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Arezzo a rischio "Full Monty", la deindustrualizzazione avanza

La pellicola di Peter Cattaneo anticipatrice di temi sociali quali la disoccupazione

a cura della Redazione
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Quando nel 1997 uscì "Full Monty" ebbe un impatto devastante. Ambientato in una Sheffield deindustrializzata,  il film di Peter Cattaneo mise in scena una commedia proletaria quasi anticipatrice di quanto poi sarebbe successo un po’ in tutta Europa. Gli operai, guidati da uno straordinario Robert Carlyle, che si spogliavano per sopravvivere potrebbero essere benissimo quelli del Sulcis e dell'Ilva. E perchè no, quelli della Buitoni di Sansepolcro, che ha appena annunciato 32 licenziamenti, o della Beltrame di San Giovanni Valdarno che sta per chiudere una storia lunga 150 anni. Una pellicola simbolica firmata da chi, quindici anni fa, tracciava uno scenario già fosco, quello stesso che in Gran Bretagna stavano vivendo allora e che, per esempio, ad Arezzo si sta vivendo ora. Le fabbriche stanno chiudendo e, come abbiamo sentito, c’è chi cerca di lottare riducendosi lo stipendio e chi, di lottare, è stanco viste le tante difficoltà che gli si parano davanti. Qualche anno fa un noto imprenditore aretino palesò il timore che Arezzo diventasse proprio come  la Sheffield di "Full Monty", con un elevato tasso di disoccupazione soprattutto giovanile e tanti problemi sociali. Ebbene, quello che era solo un timore sta lentamente diventando realtà. Rivedere "Full Monty", disponibile dai rivenditori aretini, è un'occasione sicuramente imperdibile per riflettere su quanto sta accadendo e perchè no, per prepararsi a ogni eventualità, anche a spogliarsi per sopravvivere.....

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